Con riferimento al testo, rispondi alla seguente domanda.
A indicare in prima approssimazione alcuni tratti essenziali del «miracolo economico», le cifre possono esser prese a caso o quasi. Il reddito nazionale netto, calcolato a prezzi costanti del 1963, passa dai 17000 miliardi del 1954 ai 30000 miliardi del 1964: quasi si raddoppia, cioe', in un decennio. Nello stesso periodo il reddito pro capite passa da 350000 a 571000 lire. Gli occupati in agricoltura sono piu' di 8 milioni ancora nel 1954, meno di 5 milioni dieci anni dopo: scendono cioe' dal 40% al 25% del totale degli attivi, mentre nell'industria gli occupati passano dal 32% al 40% e nei servizi dal 28% al 35%. Fra i primi anni cinquanta e i primi anni sessanta gli investimenti nell'industria manifatturiera passano dal 4,5 al 6,3% del reddito nazionale lordo, la produttivita' industriale aumenta dell'84%. Il paese si inserisce nel positivo trend internazionale con una forza ancor maggiore: la produzione italiana e' il 9% di quella europea nel 1955, oltre il 12% nel 1962. Paesi come Belgio, Svezia e Olanda sono sopravanzati, mentre e' ridotto il divario storico con Inghilterra, Germania e Francia. È importante quanto si produce, ma anche cosa si produce: fra il 1959 e il 1963 «la fabbricazione di autoveicoli quintuplico', salendo da 148000 a 760000 unita', i frigoriferi da 370000 diventarono un milione e mezzo [...] e i televisori (che non erano piu' di 88000 nel 1954) 634000». Nonostante il «miracolo economico» l'emigrazione all'estero aumenta: 250000 persone nel 1954, una media annua di 380000 persone nel 1960-62. All' emigrazione transoceanica si sostituisce progressivamente quella europea, ove la Germania soppianta la Svizzera come meta principale. L'emigrazione all'estero perde pero' il tradizionale rilievo a fronte delle colossali proporzioni delle migrazioni interne, che muovono piu' precocemente dalle campagne povere dell'Italia settentrionale e centrale e poi dal Mezzogiorno, lungo direttrici articolate e complesse. Fra il 1955 e il 1970, in base alle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche, abbiamo 24800000 spostamenti di residenza da un comune all'altro: 15 milioni all'interno del Centro-nord e 5 milioni all'interno del Mezzogiorno; 3 milioni seguono una direttrice che dal Sud va al Nord, un milione la direttrice opposta. Se la prima esigenza e' quella di scomporre dati cosi' rilevanti, far emergere quello che la loro stessa corposita' rischia di appannare, va innanzitutto sottolineata la grande rapidita' dei processi. In Italia piu' che in altri paesi europei antiche aspirazioni ed elementari esigenze iniziano a realizzarsi contemporaneamente all'irrompere di consumi e bisogni nuovi. Un esempio fra tutti: l'italiano che esce dalla guerra e' allo stremo, consuma 4-5 chilogrammi di carne bovina all'anno. Solo a meta' degli anni cinquanta ritorna a mangiarne 9, come nel poverissimo e autarchico anteguerra: diventeranno 13 nel 1960 e 20 nel 1966, crescendo poi sino ai 25 del 1971, che resteranno sostanzialmente stabili. All'inizio degli anni cinquanta meno dell'8% delle case possiede contemporaneamente elettricita', acqua, bagno e servizi interni: saranno quasi il 30% dieci anni dopo. Frigoriferi e televisori irrompono dunque nelle case italiane contemporaneamente ad una alimentazione finalmente accettabile e a condizioni abitative che iniziano ad essere appena decenti: possiede il frigorifero il 13% delle famiglie italiane nel 1958, piu' della meta' nel 1965; analogo, grosso modo, il trend dei televisori, piu' tardivo quello delle lavatrici. Le moto sono un milione nel 1955, 4 milioni nel 1960 e crescono poi molto piu' lentamente fino al tetto di 4300000 del 1963. Sono sopravanzate ora dalle automobili: 1 milione al 1956, 2 milioni al 1960, 5 milioni e mezzo nel 1965. «L'Italia si rimpiccioli' - ha scritto Galli della Loggia - e mentre cambiava il senso dello spazio cambiava anche la sua misura». Le cifre, i dati, le medie potrebbero moltiplicarsi all'infinito. Annotava allora la voce amara di Luciano Bianciardi: È aumentata la produzione lorda e netta, il reddito nazionale cumulativo e pro capite, l'occupazione assoluta e relativa, il numero delle auto in circolazione e degli elettrodomestici in funzione, la tariffa delle ragazze squillo, la paga oraria, il biglietto del tram e il totale dei circolanti su detto mezzo, il consumo del pollame, il tasso di sconto, la statura media, la produttivita' media e la media oraria al giro d'Italia. Tutto quello che c'e' di medio e' aumentato, dicono contenti. [...] Io mi oppongo. Quassu' io non ero venuto per far crescere le medie e i bisogni. G. Crainz, Storia del miracolo italiano, Donzelli, Roma 1998
Negli anni 1955-1970 la migrazione interna:
spostò migranti verso l’attività agricola
fu più rilevante all’esterno delle macrozone Centro-Nord e Mezzogiorno che al loro interno
spostò più persone verso il Nord che verso il Sud
fu meno rilevante di quella all’estero